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"Lightness for me goes with precision and determination, not with vagueness and the haphazard. Paul Valéry said: “Il faut être léger comme l’oiseau, et non comme la plume” (One should be light like a bird, and not like a feather)".
Be light, Happy 2015!!!

E' stato un anno lunghissimo. E nemmeno ricordo tutto quello che e' successo. Ho traslocato, ho visto Parigi, ho trovato l'Amore. Ho smesso di fare progetti sul lungo periodo, che brutto vizio. Non so molto del 2015, traslocherò, non so cosa ne sarà del mio lavoro, ci sarà un matrimonio, ci sarà ancora l'Amore. Quello che mi ha insegnato Londra e' proprio a non fare troppi programmi, a vivere ogni giorni, ma a credere sempre nei propri obiettivi. So dove voglio essere, con chi voglio essere e dove voglio andare. No matter what happens, life goes on.

I've got an atlas in my hands


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La Domenica a Londra è un giorno pigro. Qui tutti vanno di corsa, durante la settimana. Anche se passeggiano e non hanno niente da fare. A passo svelto. La Domenica è il giorno della spesa e infatti i grandi supermercati sono pieni di famiglie che riempiono giganti carrelli. Stavo pensando che scrivo poco. Scrivo poco qui e scrivo poco in generale. L'altra sera un amico con cui non uscivo più da parecchio mi ha detto che forse lavoro troppo. Che devo trovare un modo per disconnettermi. La verità è che se non esco con un certo gruppo non significa che non mi diverta o che non esco. Sì, lavoro molto e questa settimana è stata bella pesante, ma posso solo pensare che è passata. Ho la sensazione che i giorni corrano uno dietro l'altro e non ricordo cosa abbia fatto la settimana scorsa. Però ricordo cosa ho fatto ieri e forse volevo scriverlo da qualche parte solo per ricordarmi che sia avvenuto. Per certi versi ho bisogno di costruire nuove memorie  e sì che ci sono traguardi futuri, ma c'era anche un buco. Mi voglio ricordare di questa sensazione di piccolezza, dell'avere qualcuno che si preoccupa per me, delle mani tenute e del profumo di una pelle che non è la mia, di quella sensazione di "mi sembra di aver passato tutta la vita così". Chissà domani.

A ciascuno la sua chimera


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Sotto un gran cielo grigio, in una grande pianura polverosa, senza strade, senza erba, senza un cardo, senza un'ortica, incontrai degli uomini che camminavano curvi.

Ognuno portava sulla schiena un'enorme Chimera, pesante come un sacco di farina o di carbone, o come l'equipaggiamento di un fante romano.
Ma la bestia mostruosa non era un peso inerte; avviluppava l'uomo con i suoi muscoli elastici e possenti; si aggrappava con gli artigli delle larghe zampe al petto della sua cavalcatura; e la sua testa fantastica sormontava la fronte dell'uomo come uno di quegli orribili elmi con i quali gli antichi guerrieri speravano di incutere terrore al nemico.
Mi rivolsi ad uno di questi uomini, e gli chiesi dove andavano in quel modo. Mi rispose che non ne sapeva niente, né lui né gli altri, ma che evidentemente andavano da qualche parte, perché si sentivano spinti da un invincibile
bisogno di camminare.
Cosa strana, nessuno di questi viaggiatori sembrava avercela contro la bestia feroce che teneva attaccata al collo, incollata alla schiena; si sarebbe detto che la considerasse una parte di sé. Tutti quei visi affaticati e seri non
davano nessun segno di disperazione; sotto la cupola splenetica del cielo, i piedi affondati nella polvere di un suolo non meno desolato di quel cielo, camminavano con l'espressione rassegnata di chi è condannato a sperare sempre.
Il corteo mi passò a fianco e scomparve all'orizzonte, nella foschia, dove la superficie curva del pianeta si sottrae alla curiosità dello sguardo umano.
Ancora per qualche istante mi ostinai a voler capire questo mistero; ma ben presto l'irresistibile Indifferenza si abbatté su di me, e fui oppresso dal suo peso più di quanto fossero loro stessi da quelle schiaccianti Chimere.

Charles Baudelaire
Lo Spleen di Parigi

Where the streets have no name


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Quando hai due case, vivi in due posti, partire è sempre complesso. Ho lasciato Londra e, forse, l'inizio di qualcosa o almeno la fine di un periodo davvero bello. Non volevo tornare, ma rimanere non avrebbe cambiato il fatto che saremmo tutti tornati alle nostre home-towns e allora il filo comunque si spezza. Adesso che sto qui e domani ritorno ad Albione la storia è diversa. Prima lo sbattimento per arrivarci, poi la fine di un periodo di rilassamento in cui è oggettivamente godurioso non dover pensare a niente a farsi coccolare. Certo, ho cominciato ad anticiparmi del lavoro, ma solo perché l'inattività mi uccide. Non riuscirei comunque a rimanere per più tempo qui. Parto dalla capitale in un viaggio lungo che sarà sicuramente sudato. Lì mi aspettano due amiche, il mio lavoro, la promozione e tanti cambiamenti. Forse zeroventicinque che diventa 0qualcosa o chissà. E' come quando guidi è vedi un dosso artificiale, è lì, rallenti, lo raggiungi, lo salti e poi continui. Ogni volta che devo chiudere la valigia, salire in aereo e riaprirla è come quel dosso, a separare due tratti di strada.

Non è più vera quella primavera che...


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Sembra che io stia per ottenere una promozione. Dall'anno prossimo sarò Senior teaching assistant. Certi giorni penso di essere sprecata nel lavoro che faccio e che alla fine eccellerei in qualsiasi altro job come clerk. Detto in inglese fa figo, ma in italiano sarebbe impiegato. Il problema è iniziare a cercare, cercare, far colloqui e lasciare un posto che tutto sommato amo e un ambiente in cui mi riesco a muovere discretamente bene. Ricominciare da zero. E' che quello che penso più spesso è allo spreco. Forse non dipende tanto dal lavoro. E' che questa relazione che non decolla non fa altro che farmi pensare che è uno spreco. Tutto questo amore in potenza che non vuole diventare atto. Come se fosse necessario convincere l'altro che oggi è solo il giorno prima della felicità. Deve essere la stessa sensazione di paura un attimo prima di lanciarsi con il paracadute. E' spostarsi di un millimetro al giorno e sai che l'orizzonte è là e sembra non arrivare mai. Sapere di aver cambiato la vita di una persona, di essere stata la prima persona per tante cose, di avergli stravolto la vita, di averlo visto cambiare, eppure non basta. Ho amiche che mi direbbero con del sano cinismo che laveritàèchenonglipiaciabbastanza, anche se mi verrebbe di raccontarlo, di spiegargli quanto sia difficile per lui, di come la nostra non sia amicizia. E non so se sia solo un racconto fatto a me perché così la storia sembra avere un lieto fine, oppure ma come posso dare l'anima e riuscire a credere che tutto sia più o meno facile quando è impossibile? Volevo essere più forte di ogni sua perplessità, ma io non posso accontentarmi se tutto quello che sa darmi è un amore di plastica.

spots


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"Sometimes it lasts in love, and sometimes it hurts instead."

"If he’s not calling you, it’s because you are not on his mind. If he creates expectations for you, and then doesn’t follow through on little things, he will do same for big things. Be aware of this and realize that he’s okay with disappointing you. Don’t be with someone who doesn’t do what they say they’re going to do. If he’s choosing not to make a simple effort that would put you at ease and bring harmony to a recurring fight, then he doesn’t respect your feelings and needs. “Busy” is another word for “asshole.” “Asshole” is another word for the guy you’re dating. You deserve a fucking phone call.""

Parole


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Mi si offre qui l'occasione per riprendere una riflessione che più o meno recitava così: le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole scottano. Le parole blandiscono. Le parole si donano, si scambiano, si offrono, si vendono e s'inventano. Le parole sono assenti. Alcune parole ci assorbono, non ci lasciano, sono come zecche: le troviamo nei libri, nei giornali, negli slogan pubblicitari, nelle sottotitolazioni, nei fogli e sui cartelloni. Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano, eliminano. Sono sdolcinate o pungenti. Il mondo ruota su parole lubrificate con olio di pazienza. I cervelli straripano di parole in pace e armonia con quelle loro contrarie e nemiche.
Questo è il motivo per cui la gente fa il contrario di quello che pensa, credendo di pensare quello che fa.
__ Josè Saramago __